giovedì 14 febbraio 2013

Rutelli ai candidati premier: Green economy per rilancio Paese

"In una campagna elettorale in cui prevale il rumore di fondo degli insulti e delle vaghe promesse, abbiamo sentito la necessita' di proporre una strada nuova per la crescita dell'economia e l'occupazione italiana. Proprio per questo stamattina abbiamo inviato a tutti i leader candidati premier la nostra agenda per la 'green economy'". E' quanto ha dichiarato questa mattina Francesco Rutelli, leader dell'Api, durante la conferenza stampa di presentazione di un progetto-studio sull'economia verde in Italia.

"Crediamo - prosegue - che il voto di protesta sia in crescita a causa proprio della mancanze di proposte. Con il nostro studio offriamo ai candidati la possibilita' di dare una svolta al dibattito politico e di discutere concretamente del futuro del nostro Paese, in modo da poter recuperare il voto degli indecisi e dei delusi".

"Ecco perche' - sottolinea il leader dell'ApI - proprio noi che non siamo candidati invitiamo coloro che chiedono il consenso dei cittadini di esprimersi su questa proposta. Nelle noste indicazioni di voto -avverte- terremo conto delle risposte dei leader delle coalizioni".

"La green economy - fa notare Rutelli illustrando nel dettaglio lo studio - e' l'unico settore che puo' garantire una prospettiva di crescita concreta per la crescita e l'occupazione dell'Italia nel prossimo futuro. Secondo il nostro studio, aumentando gli investimenti in questo campo dai 28 miliardi annuali a 34, entro il 2020 i green jobs potrebbero crescere del 48% fino a toccare le 519.000 unita' (senza contare l'indotto).

"Il nostro, dunque, e' un 'progetto paese', un vero e proprio spiraglio di luce per uscire dalla crisi. Ora - conclude Rutelli - attendiamo risposte in merito".

lunedì 11 febbraio 2013


Il Papa si dimette. Solo un uomo di fede, pensatore inquieto come Joseph Ratzinger avrebbe potuto inaugurare una simile novità per la Chiesa Cattolica. Diverse persone con cui ho parlato di questo tema negli ultimi anni saranno forse sorprese di constatare che io avevo annunciato loro che, secondo me, il Papa avrebbe compiuto precisamente questo atto: che sarebbe stato il primo Pontefice della Storia a dimettersi. Dialoghi, logica, convincimento mi hanno portato a prevederlo non come certezza, ma come profonda probabilità: molto sarebbe dipeso, con il correre degli anni, dalla salute e dall'autonomia operativa e intellettuale di Benedetto XVI. Penso che ogni cristiano oggi debba pregare per la nostra Chiesa, che è investita di una sfida enorme e molto appropriata alla difficoltà e alle domande del tempo. La scelta personale di Papa Ratzinger è inevitabile per una struttura a guida assolutamente personale. La scelta del successore porrà alla prova i membri del Conclave, ma coinvolgerà anche un'immensa comunità di credenti. E, grazie a Benedetto XVI, parlerà all'intero mondo; un mondo che cambia così velocemente, mentre avverte l'immensa difficoltà di assegnare riferimenti autentici a valori spirituali da cui l'Uomo sa di non poter prescindere.
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