venerdì 1 marzo 2013

PD, SEL, UDC e MONTI:
C'ERAVAMO TANTO ILLUSI...

Dice bene Matteo Renzi: "Con che faccia il PD
poteva chiedere il voto a coloro
che non aveva fatto votare alle primarie?


Il 22 novembre scorso, alla vigilia delle primarie del centrosinistra, ho pubblicato sulla mia pagina facebook questo fotomessaggio… Giocavo sul fatto che da quelle primarie sarebbe uscito al massimo il VICEpresidente del Consiglio, perché il PD non avrebbe ottenuto la maggioranza per governare. Tanti amici del PD si erano affrettati a commentare che io “rosicavo” e che il PD avrebbe stravinto alla Camera, al Senato e alla Regione Lombardia. Sic! Ma ho sbagliato anch'io... Immaginavo e speravo, infatti, che Monti e l’UDC finalmente avrebbero potuto portar via voti moderati a Berlusconi e al PDL: evidentemente era una mia illusione, andata in frantumi domenica scorsa nelle urne. Purtroppo sono ancora tanti, troppi, gli italiani che credono alle promesse del Cavaliere. C’avevo visto giusto, invece, su Bersani e sul PD. Ancora una volta si certifica che la sinistra in Italia non vince… che può andare al governo solo se è centrosinistra con un candidato moderato (com’era Prodi). E poi ha ragione Matteo Renzi (oggi sul Corriere della Sera): “Noi del PD abbiamo perso queste elezioni il giorno in cui abbiamo respinto la gente dai seggi delle primarie, quando abbiamo deciso che dovessero votare solo i militanti. Con che faccia poi potevamo chiedere a tutta questa gente che abbiamo cacciato di votare alle politiche per noi?”

Intanto, mentre PD e SEL, facendo i conti senza l’oste, si dividevano i ministeri e noi del Centro ci illudevamo che gli italiani avrebbero compreso che era stato Mario Monti a salvarci dal rischio-Grecia, il M5s di Grillo e Berlusconi sono cresciuti e diventati determinanti per dar vita ad un nuovo governo e per eleggere il nuovo Capo dello Stato. Ed ora non resta che augurare a me e al Paese che il nuovo Presidente della Repubblica sia saggio come i suoi tre predecessori e che il nuovo Parlamento approvi al più presto una nuova legge elettorale in grado di far eleggere una stabile maggioranza parlamentare che sostenga un governo del Paese altrettanto stabile. E poi di nuovo al voto. Senza perdere altro tempo.

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