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Alleanza per l'Italia (
ApI) è un
partito politico italiano di orientamento
centrista e
liberale fondato il
22 ottobre 2009 da
Francesco Rutelli (ex
Partito Democratico),
Andrea Mondello,
Bruno Tabacci (ex
Movimento Federativo Civico Popolare) e
Giuliano Da Empoli[2].
Il movimento ha l’obiettivo di organizzare iniziative politiche,
studi e ricerche economiche e sociali per contribuire al rinnovamento
del Paese; sviluppare la conoscenza delle trasformazioni economiche,
sociali, politiche ed istituzionali in relazione ai nuovi scenari
europei e internazionali; il tutto anche in collaborazione con Centri di
studio, Associazioni culturali e scientifiche.
Presidente dell'Assemblea e del Consiglio nazionale è
Bruno Tabacci.
Il 25 novembre 2009 aderiscono ad Alleanza per l’Italia :
Giuseppe Bicchielli,
Massimo Calearo Ciman,
Marco Calgaro,
Lorenzo Dellai,
Claudio Gustavino,
Guido Improta,
Linda Lanzillotta,
Vilma Mazocco,
Donato Renato Mosella,
Giuseppe Pisicchio,
Gianni Vernetti.Annuncia la sua adesione ad API anche l'ex Sindaco di Parma e Presidente del Consiglio comunale di Parma
Elvio Ubaldi.
In seguito, al movimento aderiscono principalmente ex-margheritini e rutelliani del PD e moderati dell'Italia dei Valori.
Ha tenuto la prima assemblea nazionale l'
11 e il
12 dicembre a
Parma[3].
Il
22 dicembre 2009 viene presentato il simbolo del partito: un tondo con due
api tricolori che volano intorno a un fiore d'arancio, su sfondo
azzurro chiaro
[4].
Il
9 dicembre 2010 il simbolo viene modificato con la scomparsa delle api e l'ingrandimento del nome, il tutto su uno sfondo blu cobalto.
[5].
Il
15 dicembre 2010 l'Alleanza per l'Italia aderisce al
Nuovo Polo per l'Italia, coalizione nata dall'incontro con
Futuro e Libertà per l'Italia e l'
Unione di Centro[6].
Storia
Dall'
estate 2008, Francesco Rutelli cominciò a criticare il
Partito Democratico, considerato collocato troppo a
sinistra[7][8][9]. Nel gennaio
2009 il presidente della
Provincia autonoma di Trento,
Lorenzo Dellai, chiarì che la propria formazione politica, l'
Unione per il Trentino,
non era una lista civica legata al Partito Democratico, ma qualcosa del
tutto separata perché suo intento era di creare una forza politica che
desse voce alla cultura
popolare e a quella
autonomista[10]. Il
12 settembre 2009, Francesco Rutelli fu ospite degli
Stati Generali del Centro organizzati dall'
UDC, dove ribadì il suo desiderio di un'alleanza con il partito di Casini
[11]. Il
30 settembre, Rutelli pubblicò il suo libro
La svolta. Lettera a un partito mai nato[12] in cui espose le sue critiche al PD. Era critico soprattutto su tre punti chiave, già posti all'atto dello scioglimento de
La Margherita:
- l'adesione del partito all'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo[13][14];
- il collateralismo con la CGIL, che aveva contrassegnato i DS[15];
- l'assenza di pluralismo politico nel PD, secondo Rutelli non c'è un partito nuovo, ma il ceppo del PDS con molti indipendenti di centrosinistra[15], accentuato dal passaggio di segreteria da Dario Franceschini a Pier Luigi Bersani.
Il
28 ottobre 2009 Rutelli e
Bruno Tabacci, insieme a Massimo Cacciari, Giuliano da Empoli, Lorenzo Dellai,
Linda Lanzillotta, Vilma Mazzocco, Roberto Mazzotta, Andrea Mondello, Elvio Ubaldi e Giuseppe Vita, pubblicarono il
Manifesto per il Cambiamento e il Buongoverno[16][17]
Molti videro questa associazione come l'intento di Tabacci e Rutelli di dar vita a un nuovo partito sul modello del
Kadima israeliano[18]. Tre giorni dopo, il
31 ottobre, infatti Rutelli lasciò ufficialmente il PD
[19]. L'
8 novembre 2009 Tabacci lasciò l'UdC accusandolo di essere troppo accondiscendente nei confronti del centro-destra
[20].
Proprio sulla scorta del
Manifesto per il cambiamento e il buongoverno, nasce
Alleanza per l'Italia, che ha avuto la sua assemblea fondativa a
Parma l'11 e il
12 dicembre 2009,
[21],
e che si propone come un nuovo movimento politico di centro, liberale,
popolare e riformista, indipendente da PD e PdL, e pronto a un'alleanza
con l'
UDC.
Elezioni regionali del 2010
In vista delle
elezioni regionali del 2010 il direttivo di
Alleanza per l'Italia
decide di presentare delle liste con proprio simbolo nelle Marche, in
Campania, in Basilicata e in Calabria (in quest'ultima come
Alleanza per la Calabria).
In queste quattro regioni totalizza 135.190 voti con una media del
2,88% eleggendo un consigliere rispettivamente in Campania, Marche e
Basilicata.
Il
20 aprile 2010 aderiscono al partito i liberali
Valerio Zanone, che costituiscono il
Comitato Liberale di Alleanza per l'Italia [22][23]; il 22 aprile scelgono di aderire ad ApI oltre cinquanta ex
Verdi, che si presentano come
Ambientalisti del Buongoverno, l'ex deputato verde
Camillo Piazza[24][25] e l’ex assessore regionale calabrese
Diego Tommasi, che fondano l'associazione
Alleanza Ecologica per l'Italia[26].
Assemblea de La Margherita e I Festa nazionale Alleanza per il Futuro
Il
21 giugno 2010 si è tenuta una riunione dell'assemblea federale de
La Margherita, convocata dal senatore
Enzo Bianco. All'assemblea ha partecipato anche
Francesco Rutelli e ciò ha riacceso i dubbi intorno a una possibile scissione dell'area
popolare e
liberaldemocratica del
PD verso l'Alleanza per l'Italia e una rinascita de La Margherita.
[27][28][29]
Alleanza per l'Italia ha tenuto la sua prima festa nazionale, battezzata
Alleanza per il Futuro, a
Labro, borgo in provincia di
Rieti, dal 2 al 5 settembre 2010.
Francesco Rutelli, leader di Api, presentando l'iniziativa ha detto che
il
programma politico della festa va oltre le maggiori iniziative dei
maggiori partiti ed è un passo nella costruzione di quel 'terzo polo'
che dovrà rompere lo schema bipolare che ha fallito.
[30] Alla festa hanno preso parte anche il leader dell'
Unione di Centro,
Pier Ferdinando Casini, che si è confrontato con
Lorenzo Dellai sul futuro del
Centro italiano, il presidente della Camera
Gianfranco Fini, il segretario del Pd,
Pier Luigi Bersani e i ministri
Maurizio Sacconi e
Mariastella Gelmini[31].
Il Fronte Moderato e poi il Terzo Polo
Il presidente di
Alleanza per l'Italia,
Francesco Rutelli, ha auspicato la nascita in tempi rapidi di un Terzo Polo da costruire insieme all'
Unione di Centro, ai delusi de
Il Popolo delle Libertà e del
Partito Democratico e al nuovo gruppo di
Futuro e Libertà e attaccato il bipolarismo
che non ha funzionato in Italia, sostenendo che, se si andasse ora al voto,
il primo partito sarebbe quello degli astenuti.
[32][33][34]
In occasione della mozione di sfiducia al sottosegretario alla Giustizia,
Giacomo Caliendo, il neonato gruppo dei
finiani Futuro e Libertà per l'Italia, l'
Unione di Centro, Alleanza per l'Italia e il
Movimento per le Autonomie scelgono di astenersi.
[35] Pier Ferdinando Casini ha definito questa alleanza "un'area di responsabilità nazionale";
[36] Francesco Rutelli ha parlato della necessità di
unire le forze che vogliono fare le riforme ed esercitare una grande responsabilità;
[37] dello stesso avviso anche il capogruppo di FLI,
Italo Bocchino, che in un editoriale su
Il Secolo d'Italia ha scritto che si tratta di una
responsabilità
spesso messa sotto i piedi da un violento spirito di parte, da una
faziosità senza limiti e da una partigianeria che non possiamo
condividere.
[38] Gli astenuti totali sono stati 75.
[39] Sono stati molti, tra giornali e intellettuali, a definire questa alleanza tra moderati, un possibile embrione di Terzo Polo.
[40][41][42].
Nel settembre
2010 i deputati
Massimo Calearo Ciman e
Bruno Cesario, facenti parte degli otto deputati fuoriusciti dal Partito Democratico], lasciano il partito per appoggiare il
Governo Berlusconi IV e il 30 ottobre dello stesso anno aderisce ad ApI anche l'europarlamentare
Vincenzo Iovine, eletto nelle liste dell'
Italia dei Valori, che costituisce il sottogruppo di Alleanza per l'Italia al
Parlamento europeo[43][44].
Il 9 dicembre
2010, Rutelli presenta un nuovo restyling del simbolo del partito
[45] e annuncia l'adesione di
Enrico Boselli, ex leader di Sdi e
Partito Socialista Italiano, che diventerà vicepresidente del partito
[46].
Il 15 dicembre
2010, ApI ufficializza l'adesione al
Nuovo Polo per l'Italia, successivamente denominato
Terzo Polo (nome ufficiale del gruppo al Senato)
[47].
Il 24 dicembre al partito aderisce anche il senatore democratico
Riccardo Milana[48]. Il
15 febbraio 2011, è la volta della
Teodem Emanuela Baio Dossi, che lascia il Pd aderendo ad Api,
[49] seguita a distanza di qualche giorno dal senatore
trentino Claudio Molinari[50][51].
Il
22 marzo 2011 il deputato torinese
Marco Calgaro decide di lasciare l'ApI per aderire all'
Udc[52].
Il 5 e 6 marzo 2011 si svolge la Prima Assemblea Nazionale del movimento giovanile di API (API giovani) che elegge
Laura Venneri coordinatrice nazionale
[53].
Il 20 maggio, all'
Assemblea regionale siciliana i due deputati dell'Api, Mario Bonomo e Giuseppe Lo Giudice, fondano, insieme a quattro deputati del misto, il gruppo
Alleati per la Sicilia, che aderisce all'intergruppo del
Nuovo Polo per l'Italia (insieme a Udc, Fli ed Mpa) e sostiene il governo di
Raffaele Lombardo[54]; nel successivo mese di
agosto però entrambi i parlamentari regionali si dimettono dall'Api
[55].
Gruppo al Senato e la II Festa nazionale Noi per cambiare l’Italia
L'11 luglio 2011 nasce al
Senato un nuovo
gruppo parlamentare formato da
Futuro e Libertà e
Alleanza per l'Italia denominato
Per Il Terzo Polo (Api-FLI)[56]. Viene eletto presidente del gruppo il leader ApI
Francesco Rutelli[57].
Dal 1° al 4 settembre 2011, sempre a Labro, si è svolta la seconda festa nazionale di
Alleanza per l'Italia detta
Noi per cambiare l’Italia[58].
La festa questa volta è stata dedicata interamente alla formazione
politica di duecento giovani provenienti da tutte le regioni italiane e
sono intervenuti, proprio per dialogare con i giovani di API, i leader
dei principali partiti politici italiani: il leader dell’Udc,
Pier Ferdinando Casini, il segretario del PD,
Pier Luigi Bersani e il coordinatore nazionale del PDL,
Angelino Alfano.
Anche importanti amministratori hanno partecipato alla II festa
nazionale di API, fra i quali: il presidente della Regione Campania,
Stefano Caldoro, il sindaco di Napoli,
Luigi de Magistris, il sindaco di Milano,
Giuliano Pisapia e il presidente della regione Calabria,
Giuseppe Scopelliti. Ospiti della festa sono stati anche il Co-presidente del
Partito Democratico Europeo,
Francois Bayrou, e il banchiere
Alessandro Profumo.
Ad
ottobre 2011 il deputato europeo Vincenzo Iovine lascia il partito
[59].
Il
12 novembre 2011 il deputato
Santo Versace, proveniente dal
PdL, aderisce ad API
[60]. Il
12 gennaio 2012 il deputato
Luigi Fabbri, eletto ne
Il Popolo della Libertà e subentrato allo scomparso
Mirko Tremaglia, annuncia la sua adesione ad API
[61]. Il
15 febbraio 2012 il membro del comitato direttivo di API
Cristina De Luca, ex Sottosegretario al Ministero del Lavoro durante il
Governo Prodi II, subentrata allo scomparso senatore del
PD Mario Gasbarri, non appena proclamata senatrice, annuncia la sua adesione al gruppo
Per il Terzo Polo (ApI-FLI)[62].
Nel giugno 2012 lasciano il partito i deputati
Linda Lanzillotta[63] e
Gianni Vernetti[64].
Ideologia
Alleanza per l'Italia è un partito federale (basti pensare alle espressioni locali come l'
Unione per il Trentino di Dellai) che si colloca al
centro (con tendenze
riformiste) dello schieramento e si propone di unire i
moderati, i
liberali, i
riformisti e i
popolari[65]. È caratterizzato anche da un sentimento
ecologista[66], sostiene la necessità di costruire una
laicità positiva
[67] e vuole costruire un polo
centrista insieme all'
Unione di Centro, a
Futuro e Libertà per l'Italia e ai delusi del
sistema bipolare[68][69]. Tale decisione della fondazione del movimento è stata criticata dagli ex alleati di
Francesco Rutelli già nei giorni precedenti dell'annuncio
[70][71].
Punti di riferimento
Alleanza per l'Italia guarda con favore all'esperienza di diversi partiti europei, come l'israeliano
Kadima e l'inglese
Partito Liberal Democratico.
Promotori
L'elenco dei promotori si trova sul sito nazionale
[72].
Struttura
Organi nazionali
Coordinatori regionali
- Valle d'Aosta: Vera Verducci.
- Piemonte:
- Lombardia: Margherita Rebuffoni.
- Veneto: Sergio Ruzzenente.
- Trentino: Claudio Molinari
- Alto Adige: Alessandro Azzarita.
- Friuli-Venezia Giulia: Enrico Bertossi.
- Liguria: Giovanni Battista Pittaluga.
- Emilia-Romagna: Enrico Boselli.
- Toscana: Pierluigi Piccini.
- Umbria: Pino Bicchielli (commissario).
- Marche: Raffaele Delle Fave.
- Lazio: Luca Danese.
- Abruzzo: Gino Milano.
- Molise: Ermina Gatti.
- Campania: Giacinto Russo.
- Basilicata: Carmine Nigro.
- Puglia: Alfonso Pisicchio.
- Calabria: Franco Bruno.
- Sardegna: Roberto Capelli.
- Sicilia: Riccardo Milana (commissario).
Assemblea nazionale
Gruppi parlamentari
Camera dei Deputati
Gruppo Misto - Alleanza per l'Italia
Senato della Repubblica
Gruppo Per il Terzo Polo (ApI-FLI)
Risultati elettorali
Precedenti usi del nome
Nel
2007, alla fine della replica all'assemblea nazionale di
Alleanza Nazionale,
Gianfranco Fini
aveva annunciato che «se si deve uscire dal bipolarismo, se si entra in
una nuova fase politica, il partito che per 13 anni è stato strutturato
in un certo modo dovrà strutturarsi in modo diverso», un superamento di
AN, che nella sua fase finale avrebbe dovuto comportare anche il cambio
del nome in Alleanza per l'Italia
[75].
Note