martedì 16 ottobre 2012

Ma sono le primarie della Sinistra o del Centrosinistra?

Il Partito democratico si è posto una domanda giusta: ma è possibile un’alleanza al Centro per concorrere a governare l’Italia? Prima di dire la mia opinione, vorrei osservare due questioni fondamentali per la prossima legislatura: quella sui soggetti politici, e quella sui progetti politici. Si sta decomponendo il centrodestra. Il governo della Lombardia è solo il maggiore iceberg che si stacca, nello scioglimento dei ghiacci del ventennio-con-Berlusconi. Il documento Pd-Sel – un buon testo della sinistra post-socialdemocratica – sembra confermare il desiderio del Pd di riparare nelle certezze tradizionali.
Ma queste certezze non funzionarono nel 2006, con il nostro governo Prodi, pur molto più equilibrato da posizioni riformatrici. Qualcuno pensa davvero che nel 2013, per governare, basti accusare il liberismo (per criticare il liberalismo democratico) e ammiccare all’egualitarismo (per denunciare le crescenti diseguaglianze, problema dirompente, ormai a livello planetario)? In verità, sta proprio qui la questione italiana dell’inizio del XXI secolo: la società, l’impresa diffusa, stanno perdendo – per diverse, e note, ragioni – la forza dinamica che ne ha caratterizzato l’intraprendenza; la politica è senza risposte adeguate. Il paese sta così cacciandosi in una dinamica di avversioni, rancori, frammentazioni distruttive.In termini politici, si è osservato che accennare a una possibile messa in discussione degli “impegni internazionali e dei trattati sottoscritti dall’Italia” non è solo l’altra faccia del rigetto dell’esperienza Monti: è velleitario (lo dimostra, ad esempio, la distanza tra il programma Hollande e il governo Hollande); ed è pericoloso. In termini generali, la mancanza di spinta pro-crescita, pro-creatività, pro-competitività è a mio avviso il lato più oscuro del testo Pd-Sel.
Senza fame di innovazione, c’è l’aggravamento del declino, e c’è un destino di ulteriore, inconcludente, polarizzazione politica. Per cercare di prevalere nelle elezioni, e con la nascosta speranza, da parte dei riformisti, che non ci sia una maggioranza: per separarsi dopo il voto da Vendola (che ha già chiaramente detto che non vuole né Monti, né un governo con l’Udc), e chiedere di nuovo a Monti di sbrogliare la matassa.Naturalmente, si può ben costruire un compromesso con Vendola, oltre che allearsi a livello locale (noi di Api l’abbiamo fatto diverse volte, e positivamente). Magari, oggi è il caso di chiedergli perché in Sicilia si è candidato da solo, con lo scopo (visto che non può vincere) di far perdere l’alleanza Pd-Udc-Api per Crocetta, piuttosto innovativa, e così far prevalere la Destra. Non mi pare un dettaglio, vista l’importanza che la Sicilia ha sempre rivestito nello scenario politico nazionale.
E qui va posto il tema dell’alleanza tra Sinistra e Centro. È evidente che la dichiarazione di superamento del Terzo polo, la caratterizzazione a sinistra dei propositi del Pd e l’apertura di una crisi sistemica nel campo Pdl-Lega riaprano un’interlocuzione delle forze che si sono staccate dal centrodestra (Udc e Fli) con settori politici moderati e conservatori. Comprendo bene che il Pd debba affrontare i problemi col populismo di sinistra – è un compito molto importante –, ma non può non dire prima delle elezioni qual è la prospettiva delle alleanze. È quello che si era rimproverato al Terzo polo: “con chi vi alleate?”. A questa domanda ha risposto in modo trasparente Bruno Tabacci, appoggiato da un significativo aggregato politico, civico e di opinione, in vista delle primarie, senza certo pretendere di rappresentare tutte le posizioni del centro riformista, moderato, liberale. Ma sono primarie della Sinistra, o del Centrosinistra? Questo è il problema.
Francesco Rutelli

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