martedì 5 giugno 2012

Rebuffoni: «Lanzillotta sbaglia. ApI non partito personalistico, ma di persone perbene»

«Sorprende leggere che l'on. Linda Lanzillotta, una delle fondatrici di ApI, oggi lo definisca un partito personalistico e senza progetto, come se fosse stata altrove in questi tre anni. La sua è una decisione solitaria, in cui prevalgono le problematiche connesse ai suoi assai scarsi legami col territorio. E soprattutto una scelta questa sì personalistica di lasciare il partito proprio quando dentro Alleanza per l'Italia si è aperto un confronto e una discussione plurale su un orizzonte futuro più ampio». Lo afferma Margherita Rebuffoni, coordinatrice ApI delle regioni del Nord. «L'on. Lanzillotta lascia ApI. Ci spiace certo, ma ce ne faremo una ragione», prosegue. Proprio perché non siamo affatto un partito personalistico, in ApI tutti sono necessari, ma nessuno è indispensabile», rileva la Rebuffoni.
«ApI - aggiunge - è un partito piccolo, fatto di gente perbene, che ha aggregato e fatto crescere tante persone nuove e tanti amministratori provenienti proprio da quella società civile a cui tutti oggi hanno deciso di guardare. Ed è con questo spirito e con questi principi che continueremo a lavorare al nostro progetto. Un progetto che per primo ha dato l'avvio alla discontinuità che ha portato al governo Monti e a cambiare gli scenari politici fallimentari degli ultimi 20 anni e a cui continueremo a lavorare in modo leale e costruttivo grazie al grande capitale umano, la nostra risorsa più preziosa, che ApI ha riunito intorno a se'. Mi spiace anche che l'on. Lanzillotta si sia presa la libertà di interpretare il pensiero di Bruno Tabacci che, nel pieno dello spirito di Parma, traguarda la presenza di Api all'interno di una formazione politica più ampia che raccolga al suo interno, nelle forme e i modi che si stabiliranno, le migliori risorse del Paese».

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