martedì 15 maggio 2012

opportune sollecitazioni del Capo dello Stato ai partiti per la conclusione di un indispensabile processo di riforme, non vanno strumentalizzate né piegate ai desiderata delle singole parti in causa. Così la nuova legge elettorale, necessaria per restituire un’agibilità democratica al corpo elettorale oggi espropriato del diritto di scelta della rappresentanza, dovrà essere il punto d'incontro tra le diverse visioni della politica, così come si è fatto fino ad oggi concordando sullo schema “tedesco”. È quanto dichiara l’on. Pino Pisicchio, capogruppo di Alleanza per l’Italia alla Camera.
«Non può essere, dunque, un voto amministrativo, svolto con un sistema elettorale specifico, legato a innegabili problematiche locali, ricco di istanze e liste territoriali, non può essere dunque il voto di domenica 6 maggio a ribaltare una visione e a mettere in discussione un lavoro complesso, rincorrendo ipotesi, come quelle del doppio turno o quelle della manutenzione del ‘porcellum’, che hanno solo l'effetto di gettare la palla fuori dal campo», continua Pisicchio.
«Si torni, pertanto, a lavorare sullo schema che ha rappresentato fino ad oggi la base di accordo e lo si faccia con spirito costruttivo. Perché parrebbe davvero incomprensibile oggi un dietro front clamoroso sul punto su cui tutti abbiamo concordato: il giudizio negativo sul bipolarismo ‘costretto’ che ha caratterizzato l'ultimo ventennio», conclude il capogruppo di ApI.

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