giovedì 26 aprile 2012


di Marco Sarti
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L’Api non si scioglie. Il Paese tira un sospiro di sollievo

La politica italiana è salva. Dopo giorni di angoscia milioni di elettori possono tirare un sospiro di sollievo. Alleanza per l'Italia non si scioglierà. Non ancora almeno. Il movimento fondato nel dicembre 2009 da Francesco Rutelli resiste al nascituro Partito della Nazione. Al termine di un’intensa riunione la direzione dell’Api ha preso la coraggiosa decisione: i vertici di Largo Fontanella Borghese rimarranno in carica. Imperituro baluardo a difesa della democrazia.
Nelle ultime ore la preoccupazione si era fatta forte. Dopo la decisione di Pier Ferdinando Casini di azzerare la dirigenza dell’Udc si temeva che anche Rutelli potesse allinearsi. Archiviando una delle pagine più gloriose della nostra storia politica. Alla fine ha prevalso il buonsenso. Fino al congresso di ottobre, Alleanza per l’Italia continuerà a esistere. «E a settembre - ha assicurato il leader - faremo la nostra festa a Maratea».
La bandiera con il fiore d’arancio continuerà a sventolare fino in autunno (il vessillo con le api tricolori è stato sostituito qualche tempo fa). Poi sarà ammainata. Sacrificata in nome di un ideale più alto: «Il messaggio da dare oggi - ha chiarito Rutelli - è che c’è la volontà di aggregarsi in una cosa più grande, che spalanchi le porte a forze nuove». Insomma, il futuro contenitore dei moderati a cui sta lavorando Casini. «Un primo polo politico in cui confluiscano forze riformiste e moderate, aperto alla società civile e produttiva». Una nuova sfida che vede Alleanza per l’Italia partire già in vantaggio: «Noi siamo i più agili - ha spiegato leader ammiccando alla moderna struttura del partito - i più pronti a far parte di una realtà unitaria». Fini e Casini sono avvertiti.
Ma l’intesa con Udc e Futuro e Libertà resta salda. Compatto, il blocco parlamentare degli alleati per l’Italia si schiera a difesa di Mario Monti. «Confermiamo il leale sostegno al governo» ha spiegato Rutelli, rassicurando il presidente del Consiglio e il Quirinale. Sette senatori e sette deputati - tra le ultime new entry l’ex berlusconiano Santo Versace - fedeli al Professore fino all’ultimo voto. Orgogliosa testimonianza di chi fa politica per passione e ideali. Non certo per interesse.
Intanto nel Partito della Nazione - ma non sarà questo il nome, ha già dettato le condizioni Rutelli - si cominciano a pesare le componenti. Anche stavolta Alleanza per l’Italia la farà da padrona, forte del suo radicamento nel Paese. I dati sono chiari, carta canta. Stando alle cifre pubblicate da wikipedia, alle regionali del 2010 l’Api ha ottenuto lo 0,6 per cento a livello nazionale (e le percentuali si impennano vertiginosamente nelle regioni interessate, dove il movimento del fiore d’arancio ha superato il 2,5 per cento). Breve flessione alle amministrative dello scorso anno. Probabile preludio al sicuro successo del prossimo 6 maggio. Questi i risultati: 1,4 per cento alle provinciali, 1,2 per cento alle comunali. E 0,8 per cento alle comunali in Sicilia. Un exploit di lapalissiana evidenza, premiato con una lunga serie di seggi.

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