venerdì 5 agosto 2011

LA SITUAZIONE ECONOMICA


                                         
                      LA  SITUAZIONE  ECONOMICA   
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E’ terribile quello che sta succedendo nel mercato finanziario  . Le borse  internazionali  è più in generale  quelle europee  stanno subendo perdite enorme.
Ogni commentatore da una diversa versione.- E’ difficile farsi un’idea  su quelle che sono state le reali cause : una cosa comunque mi sembra di aver capito :  a scatenante la speculazione sembra sia l’eccesso di debito che chi più chi meno tutti gli stati  ne hanno abusato  in modo , che si sta dimostrando, insostenibile .
 Caotiche  appaiono le proposte dei politici e dei grandi cervelli economici ( chi sa dov’erano prima) per porvi rimedio  ,non fanno altro che  beccarsi  come i polli di Renzo  ,da Manzoniane memorie.
Provo , come  si vuol dire ,da uomo della strada ,senza arte ne parte a ragionare   su come si è arrivati a questa condizione e come si potrebbe porvi rimedio                                       
Come si è arrivati all’allegra  gestione della finanza pubblica : 
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La ricerca del consenso politico le scarse  capacità delle amministrazioni, la disonestà  a tutti i livelli   , la perdita di etica morale a livello sociale  e la  finanza dello stato è diventata  come una prateria  dove  è stato
Possibile ogni forma di scorribande.
Ha contribuito e , non in modo marginale, a questo disastro il modo con cui la società italiana  è organizzata :
ordini di ogni genere – professionali , commerciali , industriali ,  sindacati , classe politica, magistratura,funzionari, volontariati etc .  insomma  vere proprie caste   a scopo di lucro.
Tutte queste categoria ,in relazione alla loro forza di pressione, hanno ottenuto  trattamenti privilegiati   in rapporto inversamente proporzionato  alla  capacità  produttiva e contributiva.    
La classe politica  si è assicurata ogni forma di privilegio  dalla retribuzione al trattamento di fine rapporto e pensionistici ; imitata  dai politici regionali  e dalla magistratura . Non da meno gli ordino professionali che   hanno ottenuto  ogni forma di  protezione e tutele a scapito dell’inserimento  delle nuove leve. I dipendenti   statali che hanno usufruito  pensioni dopo 15 – 20 anni di lavoro. Gli operai con forme       di  tutela non  sostenibile per le imprese a danno delle nuove leve . L imprenditoria  più   scaltra e con poco scrupoli  si  ingegnava ad accaparraressi  appalti pubblici , con l’aiuto interessato  della politica  creando  loro condizioni ideali  con il risultato di allungare notevolmente i tempi di realizzazione  e quando si realizzavano ,    lo scopo era di far lievitare, in modo  esponenziale  il costo dell’appalto e realizzando comunque   opere  discutibilicon il risultato  di aver
danneggiato  l’ambiente ed   insediamenti urbanistici  devastanti
Ai  dirigenti  funzionari  sia privati che pubblici : si è Assicurata un retribuzione  che arriva fino a 500 volte
Lo stipendio  di un impiegato con trattamenti  di fino rapporto milionari e trattamento pensionistici  elevatissimi.
Anche le categorie più deboli come il volontariato ,la stampa ,le associazioni  hanno comunque beneficiato di elargizioni più o meno sostenibili e soprattutto discutibili.
L’elargizione di contributi o incentivi,in modo particolare quelli a fondo perduto,drogano il mercato,danneggiato gli imprenditori seri a vantaggio di quelli che non sanno produrre se non con il clientelismo                                                                                                                                                       
IL fisco :  per  far fronte  all’ allegra finanza ,bisognava recepire risorse sempre più consistente e quindi gioco forza  prelievi  più esigenti e prepotenti. Naturalmente a spese della categorie  deboli  e meno protetti dalle vari lobby.
Ma una società  così  disarticolata , produce degli anticorpi ed ogni categoria,ogni  singolo cittadino in qualche modo cerca di difendersi da un fisco che non può  continuare a togliere   con prepotenza alle masse  con reddito medio basso e favorire  le medio alte ; ed in fatti la ricchezza si sta inesorabilmente trasferendo verso  quest’ultima   minoranza .Assistiamo ad un’evasione generalizzata e c’è da chiedersi: se  è  tutto negativo  o invece queste risorse occulte non ci permetteranno di superare questa momento. ?
Ma  la fiscalità non è stata sufficiente,l’ambizione in nome di sacri ideali  non ha limiti  si presta all’esposizione di buone intenzioni  ed allora in ragione del progresso è iniziato l’indebitamento,
trasferendo alle future generazioni   la resa dei conti.
La resa dei conti si comincia ad intravedere,forse non siamo ancora al fondo  ;   se  lo raggiungiamo, il livello  di povertà raggiungerà  condizioni  inaccettabili per le masse  che potrebbero avere reazioni non prevedibili e quindi  mettere  a repentagkio la coesione socialequeste ( ne abbiamo delle avvisaglie nel medio oriente non è per il modo   dittatoriale di governare ma per le condizioni di vita miserabili)  ed allora assisteremo  allo stravolgimento della nostra società  con conseguenze difficili da immaginare  ma che comunque saranno terribili per tutti e non ci sarà privilegio che potrà  dare riparo.

Cosa dobbiamo fare:         grandi sacrifici
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 Dobbiamo rimodellare la   società che dovrà essere  coesa  nella quale non vi siano privilegi di posizione ognuno nell’ambito del suo impegno deve fare il proprio dovere nel massimo dell’onesta e ricevere una  giusta ed equa contribuzione   per il proprio lavoro che gli permetta  un’esistenza decorosa in un’etica civica morale .
 In altri termini il  bilancio dello stato come quello di una singola famiglia e di qualsiasi impresa deve chiudersi in  pareggio.
Non è tollerabile una società civile, moderna  vi siano categorie eccessivamente  sazie  ed altre eccessivamente affamate. Questo in un contesto di regole chiari e semplici in cui sia garantito la  libera iniziativa di ogni semplice individuo  in modo che a tutti sia dato la possibilità   di sviluppare  le proprie prerogative. 

Come sanare  la nostra situazione debitoria:
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Ci vuole molto coraggio ; un  coraggio da ultima spiaggia  ;un coraggio rivoluzionario.
Realizzare un governo di unità nazionale che resti in carica per sanare il debito -  scrivere delle regole basi per trasformare la nostra società di disuguali  eliminando ogni forma di privilegio di  posizione  e  generi una legge  elettorale che dia  potere decisionale Al corpo elettorale nella scelta dei propri rappresentati e  per essere cambiata deve avere i due terzi del potere legislativo.
Analizzare la posizione di tutte le categorie che hanno beneficiato ,specie quelle truffaldine, della formazione
del deficit ,prelevarne una consistente fetta di risorse in modo proporzionale ad esso   fino all’esaurimento del debito. Esempio se un deputato prende   12.000  euro  al mese può benissimo rinunciarne a   6.000 come chi prende  10.000 euro di pensione  ;allo stesso modo  dicasi per tutti gli altri reddito  medio alti.
Conseguito l’azzeramento del  deficit , portare  il bilancio sulla  parità   e mantenerlo  per legge  da tutti i governi  ,salvo per casi di insuperabile  catastrofe , riportalo a parità nel più breve tempo possibile, comunque no superiore ai due prossimi esercizi.
 Tutto funzionerà per il meglio  , dovremo solo vivere con le risorse che sapremo produrre  senza lazzaroni ,disonesti ,privilegiati e parassiti. Il principio di occuparsi di politica deve solo  essere
 Quello di offrire un servizio per il bene collettivo e comunque per un periodo non troppo lungo e non deve assolutamente creare benefici estranei  alla semplice attività  politica  e soprattutto non deve rappresentare
Questioni di merito economico successivo all’incarico. Chi non assolve in modo etico morale  non dovrà più ricoprire incarichi politici o amministrativi.
 Le leggi economiche devono valere indistintamente per tutte  senza distinguo o diversa formulazione .
L’euro: 
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faccio fatica a capire perché l’euro viene mantenuto ad un valore così alto rispetto al dollaro. Il buon senso vorrebbe che fosse  vicino alla parità  per favorire  gli scambi  commerciali , Questo è un problema che le autorità  europee dovrebbero porsi.
Infine se la comunità europea vuole difendere i debiti degli stati  membri,basta che garantisca il pagamento delle sottoscrizione alle scadenze. Questo bloccherebbe  ogni tentativo di speculazione sulle sottoscrizioni; inquanto i  creditori sarebbero garantiti ,di riavere alla scadenza, l'intero capitale.

                 Francesco Giannattasio


mercoledì 3 agosto 2011

intervento di pino pisicchio

Onorevoli Colleghi, la circostanza del dibattito sul bilancio della Camera, l’ultimo atto di questa travagliata stagione politica prima della pausa estiva, rappresenta un’occasione particolarmente propizia per discutere dei costi della politica e delle istituzioni, ma anche di ruolo del Parlamento e di rapporto con il corpo elettorale ed il sistema mediatico. Il paradosso di questa stagione politica, che pure sembra aver fondato le sue ragioni sull’effimera risorsa della comunicazione piuttosto che sulla concreta fattualità dell’azione, è che i suoi protagonisti, il ceto parlamentare o se si vuole, richiamando l’evocazione più ricorrente in certa pubblicistica, la “casta” non sa comunicare. Perché basta scorrere le cronache, politiche e non, di queste settimane per imbattersi in un inquietante florilegio di invettive, di contabilità fantasiose, di pregiudizi venati di qualunquismo, sui costi della politica. Un gruppo di ricerca al Senato ha selezionato più di 1500 articoli pubblicati sulla stampa nazionale negli ultimi sei mesi per illustrare gli odiosi privilegi-ovviamente non sempre fondati, ma questo non cambia-della casta. Un’onda di indignazione,dunque, si abbatte sulla politica e suoi attori interpretando e in parte anche sollecitando un sentimento di antipolitica che attraversa ciclicamente la pubblica opinione come un fiume carsico, e che straripa nei momenti difficili per le famiglie italiane. In questo atteggiamento, in questa furia iconoclasta, che riecheggia situazioni già vissute agli inizi degli anni ’90, quando si chiudeva il ciclo storico dei grandi partiti del novecento, c’è un grande pericolo:quello dell’indistinzione, della mancata indicazione delle responsabilità personali, dello straripamento del giudizio dai singoli alle Istituzioni. Del resto l’approccio stesso che viene medializzato, investendo responsabilità “castali”, dunque “uti collettivi”, legittima in qualche modo la fuga delle responsabilità “uti singuli”, col paradosso della condanna senza appello delle assemblee elettive. In particolare il Parlamento, da sempre nell’immaginario sociale il “luogo” della politica per eccellenza, soffre questa condizione malata che rischia di generare effetti devastanti nell’equilibrio democratico del Paese. Peraltro la frattura prodotta dalle leggi elettorali tra eletti ed elettori, ha concorso ancor più a deteriorare il rapporto tra parlamentari e popolo, mettendo in crisi il significato stesso della rappresentanza democratica. E’ difficile difendere la dignità del Parlamento e la dignità personale dei tanti parlamentari che onestamente esercitano il loro mandato, quando la selezione della rappresentanza viene sottratta alla sanzione dell’unico legittimo titolare della sovranità, il cittadino elettore. E dunque la prima risposta che la politica deve dare con urgenza al Paese è quella di una riforma elettorale che sia capace di riconiugare la rappresentanza al consenso, chiudendo con la troppo lunga stagione della cooptazione.Perché il Parlamento ha il dovere di onorare il suo ruolo, centrale nell’ordinamento democratico dello Stato , senza cedere alla furia iconoclasta oggi di moda un solo centimetro della sua dignità. Vedete, colleghi, io ritengo che sia profondamente sbagliato pensare di arginare quel vento che convenzionalmente abbiamo imparato a chiamare “antipolitica”, assecondando con qualche gesto condiscendente le obiezioni radicali che vengono portate alla politica: perché questo vorrebbe dire che riconosciamo la giustezza di quelle critiche e la nostra inadeguatezza rispetto al compito che la Costituzione ci assegna e che speriamo con qualche piccolo accorgimento contabile o con proclamazioni di pubbliche virtù, di farla franca solo perché accarezziamo il ventre molle della pubblica opinione. L’onorabilità delle Istituzioni, la dignità del Parlamento, non è un esercizio di marketing: domando a me stesso se la generazione di Aldo Moro, di Enrico Berlinguer, di Ugo La Malfa, di Malagodi, di Nenni, insomma la generazione di politici a tutto tondo, non quelli prestati da qualche altro mestiere, abbia mai avuto a subire un’onda popolare di ostilità così dura e compatta, che accomuna tutti i media. Io ritengo proprio di no. Ma perché? Perché quei politici, quei parlamentari erano autorevoli, non solo per la sobrietà dei comportamenti personali, ma anche per la qualità del prodotto politico che da essi promanava e per il rapporto diretto e forte con il corpo elettorale che li eleggeva scegliendoli uno per uno. Ecco allora che, al di là delle valutazioni contabili, al di là delle necessarie economie e dei giusti sacrifici che anche il ceto parlamentare deve compiere e che il collegio dei questori mi pare abbia compiuto, senza scivolare in improvvidi demagogismi che hanno portato qualche voce alla ricerca del quarto d’ora di celebrità caro alla cultura pop a dire cose improbabili e incostituzionali sui trattamenti economici e sui vitalizi, io credo che quest’Aula debba dire a chiare lettere in questa solenne occasione come intende riprendersi il suo ruolo costituzionale e come intenda tutelare la sua onorabilità. Di istituzione democratica, non di casta. Perché io credo che se il corpo elettorale potesse scegliere e revocare i propri rappresentanti, se il lavoro parlamentare producesse effettivamente risultati per il bene comune, se la politica e l’etica si lasciassero coniugare come è necessario, io credo che la politica potrebbe ritrovare quella necessaria autorevolezza e quel ruolo di pedagogia democratica-be diverso dal marketing elettorale che usa oggi- che costruisce la credibilità delle istituzioni. Qualche gesto lo possiamo compiere da subito: perché non istituire una commissione d’inchiesta sulla giungla retributiva, per indagare sulle retribuzioni, indennità e remunerazioni a qualsiasi titolo di tutti i ruoli e le funzioni collegate al meccanismo elettivo o di nomina pubblica, dalle autorità alla quantità di enti che gravitano nella costellazione politica? Sarebbe una onesta operazione di trasparenza che potrebbe generare solo effetti positivi in una stagione in cui troppe zone d’ombra e troppe bugie ad uso mediatico circolano per il paese.

martedì 2 agosto 2011


Alessandria,02/08/2011

Ogni popolo è artefice del proprio destino recita un vecchio adagio.
In questi giorni Alessandria e la regione Piemonte rischiano di perdere un po’ di ricchezza.
La società di trasporto su rotaia ARENAWAYS sta per fallire!
Un imprenditore, anzi un temerario viste le condizioni in cui opera,  sta per essere sopraffatto non dal mercato, cosa del tutto legittima, ma paradossalmente dallo Stato.
Dalla fine della prima repubblica, quindi dal 1993, la parola più ricorrente che viene ripetuta dai governanti di turno per migliorare le condizioni di vita di noi italiani è liberalizzare.
L’attuale presidente del consiglio con questa parola ha costruito la sua fortuna politica.
Il  presidente della Regione Piemonte al sostantivo liberalizzare aggiunge: tutelare le imprese locali.
Sappiamo tutti come si viaggia sui treni di Stato, inutile scrivere sull’argomento.
Conosciamo le difficoltà per raggiungere la capitale da Alessandria, su questo mi sono già espresso tempo fa.
Vediamo come sono intasate le autostrade che portano al mare, causa di molti incidenti e di un enorme inquinamento atmosferico.
Siamo tutti coscienti quanto sia difficile fare impresa in questi tempi di vacche magre e lo Stato padrone anziché aiutare penalizza.
Lo Stato, nel caso in oggetto, si comporta come un qualsiasi competitor commerciale, tutela le Sue aziende nello specifico Trenitalia e penalizza la concorrente Arenaways.
In economia questo sistema si chiama monopolio, che è l’esatto contrario di un sistema liberale.
Ho l’impressione che il capo del governo sia liberale quando si tratta di tutelare le sue imprese, meno quando le imprese non sono sue.
Ho l’impressione che al governatore della regione sfugga che il Piemonte non è solo Torino o Novara, ma anche Alessandria.
Ho l’impressione che il presidente della provincia sia un po’ assente su questa vicenda, visto che riguarda la sua provincia.
Anche il sindaco di Alessandria e gli altri sindaci dei centri zona dovrebbero battere un colpo per farsi sentire,  se si considera che attraverso Arenaways parecchi tedeschi girano la nostra provincia. E’un’impresa di Alessandria, occupa circa 70 dipendenti, migliora la vita dei nostri passeggeri. Insomma, restare inermi di fronte a questo caso è dannoso per il nostro territorio.
Non si sono fatti sentire nemmeno i sindacati di categoria, forse troppo impegnati a difendere i lavoratori dell’impresa di Stato.
Posso fare davvero poco per Arenaways e per i 70 dipendenti e mi dispiace molto. Mi rimane solo la forza di indignarmi di fronte a queste sopraffazioni dello stato e degli enti locali.
Tuttavia se qualcuno molto più energico di me volesse  manifestare il proprio disappunto davanti ai palazzi delle istituzioni o della stazione delle ferrovia  può contare sulla mia presenza.

Gianni Vignuolo

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