giovedì 8 dicembre 2011


Manovra, Versace: «Approvare rapidamente il decreto»

«Parlamento sopprima Province ed enti intermedi»
«Il decreto salva Italia è realtà. Bisogna approvarlo e fare in fretta se vogliamo che i sacrifici che ci impone siano utili. Tutto è perfettibile ma oggi non è tempo di ricerca della perfezione. Il Parlamento approvi il decreto nei tempi strettamente necessari, senza lasciare spazio ai protagonismi di qualche deputato in cerca di notorietà. Quanto ai sindacati, facciano la loro parte e se credono che convocare scioperi generali giovi all`Italia, lo facciano. Saranno i lavoratori ed i cittadini a giudicare il loro contributo alla crisi». Lo dichiara in una nota Santo Versace, imprenditore e deputato Alleanza per l`Italia.
«Piuttosto - prosegue - credo che il Parlamento debba riconquistare centralità in questa fase politica dominata dall`opera di questo governo. Dopo la indispensabile approvazione del Decreto, avvii una sessione interamente dedicata alle riforme delle istituzioni , per attuare quei tagli ai costi della politica che il Governo ha affrontato solo in parte per i vincoli di natura costituzionale che occorre rispettare».
«Metta all`ordine del giorno - propone Versace - lo sfoltimento dei livelli di amministrazione che chiediamo da tempo e che non si è fatto per colpa dei veti della Lega. Si è visto che, quando si vuole o quando ve ne è la necessità, il Parlamento sa essere rapidissimo. Faccia finalmente quel che gli compete: approvi una vasta riforma che comprenda la soppressione delle provincie, delle comunità montane, dei consorzi di bonifica e detti le regole per l`accorpamento dei comuni introducendo la soglia dei diecimila residenti. Razionalizzi i servizi di base, costituendo ogni 50.000 residenti associazioni obbligatorie di comuni rette dai sindaci dei comuni associati, senza compensi aggiuntivi a quelli che già percepiscono. Riduca il numero degli eletti nelle Regioni secondo un criterio rigido di proporzionalità col numero dei residenti. E faccia lo stesso per i Consigli comunali».
«Insomma bisogna fare in modo che la politica torni ad essere un servizio dignitosamente compensato e non una professione molto ben remunerata specie per effetto della corruzione e delle sue ricadute economiche».

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