mercoledì 26 ottobre 2011


                             DONNE ANCORA SCHIAVE
                             Di Betton, Giannattasio, Teti


BREVE STORIA DELL’AFGHANISTAN


Riflettendo sulla figura della donna moderna è istintivo pensare a parole come EMANCIPAZIONE, LIBERTA’, e PARI DIRITTI.
Purtroppo non tutte le donne del mondo hanno la fortuna di godere di questi “diritti”.
Sono, infatti, molti i luoghi dove libertà, emancipazione e parità sono per le donne meno che utopie, dove ogni giorno i principali diritti umani sono calpestati.
E’ quello che succede attualmente in Afghanistan da quando i Talebani hanno preso il potere. L’Afghanistan, infatti, era una monarchia fino al 1973 quando fu proclamato un assetto repubblicano. La Costituzione definiva l’Afghanistan uno stato monopartitico e proclamava l’Islam religione di stato.
Nel 1987 il governo comunista sostenuto dall’URSS promulgò una nuova Costituzione in base alla quale il presidente era eletto indirettamente.
Tra il mese di maggio 1988 e il febbraio successivo, l’URSS ritirò le truppe di occupazione; la guerra civile continuò fino a che i ribelli occuparono Kabul (1992).
Cominciarono allora 9i contrasti politici e militari tra gli stessi guerriglieri che si divisero tra una fazione di fondamentalisti sciiti e una fazione musulmana moderata. Alla metà degli anni novanta ebbero il sopravvento le forze integraliste capeggiate dai taliban, “studenti di teologia provenienti dalle regioni meridionali del paese costituitisi nel1994 in un movimento politico e militare.
I nuovi soldati di Allah, sessuofobici e semianalfabeti hanno conquistato Kabul il 27 settembre1996. Il loro arrivo aveva significato per gli abitanti della capitale  l’inizio di un periodo di pace. Dalla fine del regime comunista le etnie in lotta per il controllo del paese avevano distrutto quartieri, costretto la gente a vivere senza acqua, luce, telefono. Per riportare tutto il paese ai costumi dell’epoca di Maometto i taliban hanno cancellato qualsiasi segno di modernità, mettendo a tacere radio e giornali indipendenti

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog