mercoledì 9 marzo 2011

GIUSTIZIA L'OPINIONE DI ALLEANZA PER L'ITALIA

Giustizia, ApI: I nostri si, i nostri no Da 17 anni, il premier Berlusconi annuncia riforme della giustizia. Finora non le ha proposte, e tantomeno le ha messe in atto. La prosecuzione della Legislatura, oggi probabile, chiama le opposizioni a mettere in campo le proprie proposte, poiché la riorganizzazione del servizio Giustizia è assolutamente necessaria ed urgente. Alleanza per l’Italia non eluderà il merito della discussione e presenterà le proprie posizioni d’intesa con le altre forze del nuovo Polo, sulla base dei seguenti punti: 1. Riforme di questa rilevanza, tanto più dopo le esasperazioni degli ultimi anni, non possono essere opera ristretta ad una maggioranza, ma vanno concertate e condivise, senza escludere gli attori fondamentali della giurisdizione – magistratura e avvocatura. Una riforma costituzionale che fosse adottata a maggioranza, infatti, trascinerebbe il Paese in almeno due anni di scontro totale, sino a un referendum popolare, dagli effetti laceranti, ed allontanerebbe la concreta possibilità di migliorare il funzionamento della giustizia per tutti. 2. Va esclusa ogni sudditanza della magistratura all’esecutivo, a tutela dell’autonomia che la Costituzione pone a garanzia dei cittadini. 3. Saremo contrari a ogni intervento normativo carente dei caratteri di generalità richiesti alla legge e piegato alle esigenze di un singolo utilizzatore. 4. Non accetteremo norme volte a mettere in discussione il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale, posto dall’ordinamento a tutela di ogni cittadino. 5. Siamo pronti al confronto sulla terzietà nel nostro Paese, che è parte del problema di una efficace e lineare divisione dei poteri; pronti a discutere di affidare ad un’Alta autorità i giudizi sulla responsabilità dei magistrati e quelli sulle responsabilità dei parlamentari. 6. Siamo disponibili a confrontarci – come dimostra il testo approvato all’unanimità dalla Camera dei Deputati nella scorsa Legislatura – sul tema sensibile delle intercettazioni, per salvaguardare pienamente il diritto-dovere del magistrato di indagare senza rompere il delicato equilibrio con i diritti costituzionali relativi alla riservatezza e alla libertà di stampa. 7. Non consideriamo l’unicità delle carriere un tabù e tuttavia riteniamo che se ne possa discutere solo nell’ambito di una riforma complessiva e condivisa dell’ordinamento della giustizia, anziché farne strumento di un disegno per assoggettare il Pubblico Ministero al potere politico. 8. Le riforme della giustizia hanno bisogno di risorse, se non vogliamo che finiscano in paralisi, caos, prescrizioni. Occorre procedere all’accorpamento delle circoscrizioni giudiziarie e all’informatizzazione del sistema delle notificazioni. Più risorse sono indispensabili per organizzare meglio carceri e pene alternative, gratuito patrocinio, esigenze logistiche e di personale della giustizia. In particolare, il cattivo funzionamento della giustizia civile non è solo un fattore di iniquità, ma un fardello che pesa sulla competitività del sistema economico. Queste misure vanno adottate subito: porre mano alla Costituzione rischia di essere un diversivo per non far nulla! Share/Save/Bookmark

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog