domenica 6 febbraio 2011

Il Catalogo delle bestemmie pubblicata da Francesco Rutelli il giorno venerdì 4 febbraio 2011 alle ore 19.01 "Il federalismo municipale? Una bestemmia". Così il Presidente della Corte Costituzionale, De Siervo. Ma non è un insulto politico: è una constatazione ovvia, per chi quotidianamente deve districarsi nel conflitto di competenze tra Stato, regioni e poteri locali. E, dunque, ci insegna le differenze tra regionalismo, federalismo, autonomie. Ma le bestemmie - a parte quelle che vanno contestualizzate - sono pane quotidiano del bordello italiano. Ad esempio, siamo gli unici che definiscono lodo il suo contrario. Ovvero, poiché lodo significa accordo,(mediazione in una controversia, compromesso, etc) siamo inchiodati a chiamare così tutte le leggi possibili e immaginabili in materia di scudi giudiziari per il premier sulle quali non c'è nessun accordo... I Presidenti delle regioni? Sono Governatori. Ma chi l'ha stabilito? Chi decide se si va alle elezioni? Mica il Presidente della Repubblica; tocca al proprietario della volontà popolare, ovvero a Berlusconi. Se poi si scopre che nemmeno un terzo degli italiani ha fiducia in lui, poco conta: se, infatti, la maggioranza della Camera dei Deputati gli vota contro, trattasi di maggioranza abusiva, in spregio della volontà popolare. Appena - dopo adeguata campagna acquisti - la maggioranza ritorna, ecco che per incanto tocca al Parlamento, e solo al Parlamento, pronunciarsi sulla sorte del Governo. La legge stabilisce che il Premier debba rispondere al Copasir delle sue competenze in materia di servizi di sicurezza? Formalismi. Chissenefrega. Il premier deve rispondere delle sue telefonate alla Questura di Milano? No. Perché, in assoluta buona fede, era convinto che la fanciulla Ruby fosse la nipote di Mubarak; dunque, agiva come Capo del Governo a tutela delle buone relazioni internazionali della nostra Patria. Le norme sul fisco dei Comuni sono bocciate? Non fa niente, facciamo lo stesso il decreto. Il Capo dello Stato dichiara "irricevibile" il decreto? Non fa niente, potremmo persino adottare un decreto-legge (come se poi non debba firmarlo lo stesso Capo dello Stato). Il capo del secondo partito di governo, Umberto Bossi, denuncia di essere spiato, anzi, che sono state trovate molte "cimici" sistemate per spiarlo, sia a casa sua, sia nel suo ufficio? E' una materia che in qualsiasi paese al mondo farebbe cadere un governo, o le autorità della sicurezza, e comunque susciterebbe scandalo e inquietutine; ma qui, no. A quanto pare, sembra essere una balla, e, benché sia stata pronunciata da un ministro le cui (poche) parole condizionano la vita della Repubblica, ebbene: abbiamo scherzato. Il catalogo delle bestemmie, madamina, è sempre aperto.

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