domenica 26 dicembre 2010

PROVE DI TERZO POLO ANCHE A NOVI LIGURE

Osvaldo  Repetti
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IL TERZO POLO FA LE PROVE GENERALI
Si è aperto anche a Novi il dibattito sull’avvio del cosiddetto “Terzo Polo”, il raggruppamento che tenta di lanciare un nuovo “centro”, costituito dall’UDC di Casini, dall’API di Rutelli e Tabacci, da Futuro e Libertà di Gianfranco Fini. Lo strappo avvenuto all’interno dell’attuale maggioranza di governo ha favorito l’aggregarsi di forze moderate che tendono a divenire protagoniste dell’azione politica, nazionale e locale.
“Per creare qualcosa di nuovo, che possa essere accettato dai cittadini,occorre soprattutto entusiasmo, occorre credere che le nostre idee possano essere vincenti, seppure a tempi lunghi. Oggi  Berlusconi e il berlusconismo, con quello che hanno significato, sono alla fine del loro percorso. E’ assolutamente necessario che le forze che si  riconoscono in posizioni moderate scendano in campo unitariamente con una proposta politica che sia in grado di farsi percepire come tale dalla gente”. Così dice Francesco Giannattasio, coordinatore provinciale e locale dell’API – Alleanza per l’Italia -  la nuova forza politica creata da Rutelli e Tabacci. Gli fa eco Gabriella De Petro, coordinatrice novese dell’UDC di Casini: “Occorre trovare il modo di far stare insieme forze politiche non strettamente omogenee, ma con punti di forza comuni. Casini ha avuto il merito, almeno fino ad oggi, di farsi riconoscere come rappresentante del cattolicesimo moderato, salvaguardando un’esperienza storica che altrimenti correva il rischio di naufragare tra una sinistra ancora troppo legata a schemi del passato e una destra incapace di proporre soluzioni ad una crisi politica e morale, che ha anzi aiutato a svilupparsi”. Su questo punto torna ad insistere Giannattasio: “Occorre ricostruire una vera coesione nazionale, ritrovare la volontà di stare insieme, rifiutare l’egoismo che è diventato il carattere distintivo della nostra epoca, e che si sta materializzando ancora di più con il grande inganno del federalismo. Per fare ciò è indispensabile che le forze politiche abbandonino parte del loro potere, che contrastino i privilegi di ordini e caste, e che costituiscano le condizioni per la stabilità del sistema e del governo,  chiamato ad essere interprete della volontà popolare e non degli interessi di pochi”.  Per Gianfranco Chessa, rappresentante di Futuro e Libertà, il nuovo movimento messo in campo da Gianfranco Fini, nonché politico di lungo corso proveniente dalle file della Democrazia Cristiana e poi del Popolo delle Libertà, la politica va vista in un’ottica più orientata al futuro. “Il superamento degli schemi tradizionali della Prima Repubblica, obbliga tutti ad interrogarci sul futuro del nostro Paese, a individuare, possibilmente in modo unitario, le vie d’uscita da una crisi che ci ha messo a terra e che rischia ancora di più di aggravarsi. La fine inevitabile di Berlusconi e del berlusconismo ci mette di fronte alla necessità di ripensare lo statuto della nostra Repubblica e di orientare le scelte verso strade diverse rispetto a quelle percorse nell’immediato passato. Il fallimento del bipolarismo, trasformatosi via via in un bipartitismo imperfetto, segnala l’esigenza di andare alla ricerca di modelli diversi di pensare alla politica e di gestire il potere, sia a livello nazionale sia a livello locale”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario provinciale dell’UDC, Giovanni Barosini: “Registro una grandissima attenzione nella nostra provincia perché si arrivi davvero a costruire una grande forza di centro, dalle radici saldamente popolari e fondata su valori condivisi dal nostro popolo. Come UDC, con API e Futuro e Libertà, stiamo lavorando per una coesione vera, che si basi sull’esigenza di rispondere positivamente al rigore morale ed etico che è chiesto alla politica. Cercheremo in questo senso di attivare in tutte le zone della provincia una serie di assemblee programmatiche, che permettano davvero il coinvolgimento della “società civile”, che dovrà diventare la vera protagonista dei processi di modifica verso i quali tendiamo”. “Il Polo della Nazione, o come si chiamerà definitivamente, vuole davvero superare schematismi e divisioni per diventare interprete di un grande processo di trasformazione dell’Italia in senso democratico e partecipato – ribadisce Gabriella De Petro - .Anche a Novi ci muoveremo, unitariamente, in questa direzione, attraverso il coinvolgimento di persone e gruppi già attivi sul sociale e attraverso il recupero di persone che negli ultimi tempi non hanno retto al degrado della politica. Molti segnali di attenzione sono già presenti: è da questo, dal confronto su problemi concreti, che cominceremo a muoverci”. Sul piano politico esistono però numerosi problemi da superare, così sembra stando alle voci di divisioni ricorrenti anche all’interno del cosiddetto Terzo Polo. E’ ancora Gabriella De Petro a rispondere: “Per quanto riguarda l’UDC, gli organi istituzionali funzionano regolarmente, con la conferma della sottoscritta a segretaria novese. Altre presenze a noi vicine non possono che essere di sprone e un modo di aprirsi a settori diversi, in cui ciascun gruppo può riconoscersi. Una profonda unità d’intenti è sicuramente presente fra le tre forze che danno vita al Polo della Nazione: UDC, API e FLI, senza problemi di primogeniture e di cariche”.

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