venerdì 16 luglio 2010

Impressioni degli Stati Uniti d'America

di Paolo Corvarola

Dodici giorni sono troppo pochi per farsi un'idea di un contesto immensamente complicato come quello degli Stati Uniti.
Tanto più che il mio era un semplice tour organizzato senza pretese.
Fatte queste premesse, non è peregrino dire quelle che ritengo le mie sensazioni, assolutamente personali, su questo immenso Paese, di cui, peraltro ho visitato la parte occidentale, il Mitico West. Purtroppo la parte Est non è stata compresa in questo viaggio e su di essa non ho competenza.
Tuttavia, intendo dividere ciò che ho visto in due settori.
Il primo è la tradizionale e famosa cordialità e simpatia dei californiani. La California è stata all'avanguardia in tutti i movimenti e i momenti storici più importanti del Novecento statunitense; basti pensare alla Beat Generation, ad Allen Ginsberg e a Jack Kerouac, al Sessantotto e alla contestazione studentesca americana, università di Berkeley, al pacifismo e alla controcultura hippy, all'opposizione contro il bellicismo di Bush, agli esperimenti "keynesiani" voluti da Roosevelt per fronteggiare la crisi del 1929, al rock rivoluzionario di Jimi Hendrix e dei Grateful Dead.
Si tratta storicamente di uno Stato fondamentalmente progressista, anche se governato dal conservatore Schwarzenegger, capace di ispirare le istanze più innovative, anche nel campo scientifico, come per esempio la Silicon Valley.
Il carattere della gente, soprattutto nella zona di Los Angeles e San Francisco, risente dell'immenso cosmopolitismo di quello Stato, cosiccome l'apertura mentale e la capacità autocritica dei californiani sono ammirevoli. Parlare con loro ti espande e ti "scalda", pur nella freddissima San Francisco. Ammirevole il celebre Golden Gate Bridge.
Il secondo settore è meno felice, forse è il lato oscuro di questa parte degli USA.
Gli Stati centro - occidentali visitati, Nevada , Arizona e Utah, non hanno generalmente lo stesso slancio umano della California. In essi, anche per la presenza di deserti, terreno arido,difficile e montagne, la gente è più chiusa, indisponente, forse più pragmatica. La nostra guida, il simpaticissimo John, ci ha detto che in questi Stati prevale il tipico Americano di destra, ostile agli stranieri, agli Afro-americani, ai Latino - americani e ai Nativi. L'Americano del WASP, insomma, razzista, quasi fascistoide, biblicamente convinto della superiorità dei Bianchi sui Neri, ferreamente protestante, indisponibile a ripeterti le cose che dice, se non le hai capite. Se comprendi bene, se non comprendi t'attacchi al tram. "I can't speak French!!!", ho sentito di persona, detto da una albergatrice a dei francesi, con spregio e fastidio, in un hotel di Laughlin, cittadina non turistica sul fiume Colorado.
Nelle ferrovie si vedono ancora treni lunghissimi, con quattro motrici e due chilometri di vagoni.
A San Francisco scorrono numerose limousine di sei metri, irreperibili da noi. Bellissimi i tram di Frisco, su e giù per i colli della città.
La Natura parla da sola; Grand Canyon, Monument Valley, Zion, Yosemite Park, sequoie. Ciò che mi ha colpito di più è l'affascinante Bryce Canyon.
Per concludere, è il paese dell'individualismo. Ma ricco di un'ala critica all'integralismo individualista, ala sempre più influente, che nei prossimi anni si contaminerà sempre più con elementi latini e ispanici, oltre che orientali. Ne verrà fuori un sempre più imprescindibile melting - pot, ancora osteggiato qui in Italia.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog