mercoledì 9 giugno 2010

LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO DEMOCRATICO IN ITALIA

di Paolo Corvarola


Fra le componenti ideologiche più rilevanti di ALLEANZA PER L'ITALIA c'è anche quella cattolica democratica.
Il sostrato è quello dell'impegno politico democratico dei cristiani, tipico di tutto il nostro continente, ma realizzatosi con profondità qui in Italia, anche per le peculiari caratteristiche cattoliche italiane.
I principii morali e cristiani, già dalla seconda metà dell'Ottocento, si sono incontrati e si sono appropriati dialetticamente delle tre ideologie politiche nate nel secolo diciannovesimo e poi sviluppatesi nel corso del ventesimo, ovvero il Liberalismo, il Conservatorismo e il Socialismo. Di ognuna di queste tre ideologie, i cattolici italiani hanno accettato alcune idee, rigettandone o modificandone altre, e il tutto è stato innestato nel primo autentico partito cattolico del nostro Paese, il Partito Popolare, 1919.
Successivamente, l'erede del PPI, la DEMOCRAZIA CRISTIANA, ha ulteriormente elaborato questi principii nel corso dell'Italia repubblicana.
Del LIBERALISMO, l'ambiente cattolico ha accettato l'attenzione posta ai diritti umani e all'iniziativa individuale, rifiutando però il laicismo, e dando importanza all'individuo in una comunità e con doveri nei suoi confronti. La realizzazione di ognuno deve corrispondere alla realizzazione organica e complementare dell'intero complesso sociale. Quindi un individualismo moderato.
Del CONSERVATORISMO, si è condiviso l'accento sui valori morali (famiglia e diritto alla vita), sulla progressività dei cambiamenti sociali, senza il bisogno di palingenesi rivoluzionarie, sull'ordine e il rispetto della legge, sul rifiuto del comunismo. Ma non ci si è dichiarati indisposti al cambiamento e non diventa più essenziale la difesa dello status quo.
Del SOCIALISMO, ci si è appropriati dell'enfasi riguardo la solidarietà sociale, si è rifiutato l'egoismo liberista e si sono prese alla grande le distanze dal movimento fascista. Si è però detto sì all'economia di mercato e no alla violenza per il cambiamento.
E' evidente il ruolo centrale dell'identità cristiana, per i cui principii si è sempre avuto sospetto verso l'aborto e il matrimonio omosessuale. L'economia deve essere al servizio dell'umanità. Non si discute il Capitalismo, si discutono i suoi eccessi come monopoli e holding, in nome dell'economia SOCIALE DI MERCATO. Negli ultimi cinquanta anni del pensiero politico cattolico, le spinte liberali in economia (tipiche dei corrispondenti francesi e tedeschi) sono state bilanciate da forti correnti cristiane di sinistra, il cd. Cristianesimo Sociale.
I primi vagiti cattolici in politica nella realtà italiana prendono il via nel 1867 con i primordiali comitati promossi soprattutto nelle Università. Con lo scontro fra lo Stato e la Chiesa, dovuto agli eventi del 1870 e alla questione romana, risultato dell'intransigenza di Pio IX (n o n e x p e d i t), il movimento vive un forte disagio e si compone di intransigenti mal disposti verso l'anticlericalismo dello Stato Liberale. Sono soprattutto combattute le istanze massoniche, ritenute responsabili della realizzazione dello Stato Unitario liberale. Lo spauracchio del Socialismo rinsalda queste correnti, e ne favorisce un colloquio dialettico con lo Stato liberale, per contenere e preservare gli operai dal Socialismo, ed evidenziare le mancanze liberali in campo sociale.
La nascita nel 1874 dell'Opera dei Congressi, fondata a Venezia, non intende però ancora conciliare il Cristianesimo cattolico con la democrazia e la borghesia, ritenute in grado di corrompere l'ossatura sociale e in grado di portare all'arbitrio del popolo e alla demagogia del proletariato. Nasce una corrente intellettuale e paternalistica che trova uno sbocco nel 1884 nell'Unione Cattolica per gli Studi Sociali. Il suo esponente più in vista, primo nome importante dell'engage cattolico in politica in Italia, è Giuseppe Toniolo. Toniolo intende primariamente contenere la diffusione degli errori liberali e socialisti, e per far questo ritiene indifferibile l'impegno cattolico in campo sociale, con accentuazione dell'assistenza e della carità.
Il passo successivo fu la nascita di una CORRENTE DEMOCRATICO - CRISTIANA, connotata politicamente, che pone le basi della fondamentale autonomia del laicato cattolico dalla gerarchia ecclesiastica in campo politico e statale, riconosciuta dalla Chiesa solo con il Concilio Ecumenico Vaticano II. Denunciando i limiti del liberismo economico e del massimalismo socialista, Toniolo , Davide Albertario e altri intendono centralizzare i concetti di solidarietà e soprattutto conciliazione sociale, imprescindibili per un futuro partito cattolico.
Nel 1888 il "Programma dei cattolici contro il socialismo" chiede esplicitamente di mantenere un tessuto di piccoli produttori indipendenti e attenuare le durezze del capitalismo industriale. Si rivendica centralità quindi per la piccola proprietà contadina e per la classe media
Si arriva così al 1891 e alla RERUM NOVARUM. Leone XIII incoraggia l'impegno sociale dei credenti e l'associazionismo operaio. Tutte le forze sociali, giuridiche ed economiche cooperano proporzionalmente al bene comune, dando questo risultato alle classi inferiori. occorre ridurre il potere statale e assicurare maggiore spazio a enti intermedi (famiglia, associazioni, enti locali).
Mentre don Albertario propone, nel 1896, di prepararsi, attraverso l'Opera dei Congressi, a superare il non expedit di Pio IX, sorgono le prime Leghe bianche, associazioni di contadini, operai e artigiani con finalità mutualistiche e solidaristiche.
Il nome DEMOCRAZIA CRISTIANA appare nel 1897, voluto dal sacerdote e deputato ROMOLO MURRI, un primo abbozzo di partito politico, con breve vita perchè ritenuto troppo accondiscendente al socialismo.
Nel 1904 si scioglie l'Opera dei Congressi e nel 1905 nasce l'AZIONE CATTOLICA, rilevando le varie FUCI, la Federazione Universitaria Cattolica Italiana.
Un altro sacerdote, don Luigi Sturzo, intraprende negli anni Dieci una sterzata ideologica ormai irreversibile verso un partito di alternativa fra socialismo e liberalismo, oppositore in seguito del Fascismo. Il Partito sarà il PPI, PARTITO POPOLARE, fondato nel 1919, basato sui fondamenti del discorso programmatico di Caltagirone. Il Popolarismo ha un accento democratico e liberale, antiburocratico e antistatale, aperto alle questioni sociali. Dopo il Ventennio fascista, la Democrazia criatiana erediterà buona parte di queste istanze.

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